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NEW YORK SPETTACOLARE, BAIA HIBE UN “QUASI PARADISO” di Giancarlo L.

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A chi mi chiede “Com’ è N.Y., è bella?”  non ho altra parola con cui rispondere, se non “spettacolare”. No, non posso dire che è bella perché i miei criteri estetici in fatto di urbanistica ed etnografia rispondono ad altri parametri. Ma spettacolare sì, perche con questo termine riesco ad esprimere lo stupore, la meraviglia ed anche il piacere che ho provato costantemente nei quattro giorni ( troppo pochi, in verità ) camminando per le strade di N.Y., affascinata dallo “spettacolo” di tutto ciò che avevo intorno.

Ma non mi riferisco solo allo “spettacolo” dei grattacieli, all’ animazione di Chinatown  o di Harlem, alla vita notturna di Times  Square: sono cose risapute, mi riferisco allo stupore provato nel passeggiare in Central Park il sabato mattina  quando fioriscono i primi narcisi di marzo, mentre gli scoiattoli si affacciano tra le foglie e vengono a darti il buongiorno, ed intorno non ci sono rumori di auto che sfrecciano, ma solo tranquilli signori che fanno un po’ di footing o di allenamento in bicicletta,  al piacere di bere un buon caffè ad Eataly in una cornice che va dai grattacieli che si stagliano verso il cielo azzurro della 5° strada,  all’arredamento  tipico italiano del locale che richiama pasta e pizza, e alla folla che si riversa nelle strade di Manhattan il giorno di St. Patrick  - è calcolato che quel giorno fossero 2 milioni i discendenti irlandesi confluiti a N.Y in occasione della festa del Santo Protettore, -  quando tutti indossano un capo di abbigliamento di verde brillante e non si risparmiano boccali di birra!.

Certo,  se vuoi andare indietro nella storia, rimani un po’ deluso, perché le guide ti indicano con un compiacimento degno di un trofeo storico la finestra con l’orsacchiotto della casa che fu di Jaqueline Kennedy, la finestra della camera da letto di John Lennon  e Yoko Ono, o dove hanno abitato famosi attori, come luoghi significativi del passato americano.

Ma poi mi tornano alla mente le immagini delle sculture e dei dipinti del MoMA , la Statua della Libertà che accoglieva i nostri emigranti con la  promessa di un futuro migliore  e  il museo dell’emigrazione dove venivano inizialmente ospitati ... il desiderio di ritornare a New York si fa più vivo.

 

Il soggiorno successivo a Santo Domingo nell’ospitale e curatissimo Iberostar di Baya Hibe, un “quasi paradiso” di fiori, di verde e di animali acquatici, nel trionfo di palme e di mare color turchese dell’isola di Soana e accompagnati dal ritmo allegro e coinvolgente del merengue o della bachata,  ci ha dato la possibilità di riposarci dopo, le camminate infinite di New York!

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